Un calcio per ricominciare

"L'Alleanza Sportiva Italiana" annunciano Claudio Barbaro e Alessandro Cochi, rispettivamente Presidente nazionale e provinciale dell'ente di promozione sportiva "è lieta di comunicare che nella giornata di lunedì 9 maggio 2005 avrà luogo, all'interno della Casa Circondariale romana di Rebibbia, un triangolare di calcio a otto dove scenderanno in campo la squadra dell'Asi, quella dei Vigili Urbani e una selezione composta esclusivamente da ragazzi detenuti. L'evento è il primo passo all'interno di un progetto di più ampio respiro denominato "Un calcio per ricominciare…", che si propone di organizzare momenti di incontro tra giovani appassionati di sport, esponenti delle Istituzioni e del mondo dello spettacolo con persone che si trovano a dover trascorrere parte della propria esistenza nei cosiddetti "luoghi di sofferenza". L'idea fondante dell'iniziativa è rimettere metaforicamente, ma anche praticamente, "in gioco" tutti coloro che, a causa di circostanze avverse con cui si sono scontrati nel difficile cammino della vita, si trovano esclusi da quella che viene comunemente chiamata "società". "Un calcio per ricominciare…" vuole essere non solo un agone sportivo, ma uno strumento privilegiato di dialogo tra universi teoricamente tanto vicini, che rischiano però di diventare paralleli. Una sfida per sfuggire agli angusti limiti del carcere e della pena, per ritrovare quel senso di appartenenza di fondamentale importanza per non far sorgere in futuro pregiudizi contro chi si vuole lasciare dietro le spalle il ricordo di brutte esperienze, negandogli la possibilità di quel reinserimento un tempo promesso. L'Asi vuole inoltre esprimere la sua gratitudine, all'associazione "Il Pavone", promotrice dell'evento che continua la sua campagna di sensibilizzazione "Belli come il sole - Colpevoli nati" da anni impegnata in prima fila nel tentativo di alleviare i problemi del carcere, soprattutto dei bambini, figli/e di detenute e all'associazione "Ubi Maiores", che opera nel campo dell'organizzazione di eventi sportivi e all'altro ente di promozione sportiva, la Uisp che ha dato anche il suo patrocinio all'iniziativa. Un'idea quindi per aprire il cuore della nostra città, rigenerando una nuova fiducia nelle menti di chi, alle volte, ha provato la paura di "non farcela". La presenza di questo torneo all'interno di uno tra i più importanti istituti di pena del Paese può assumere un valore emblematico di speranza e di riconciliazione, ora che vecchi muri, preclusioni e sospetti sono caduti, con la speranza di potersi incontrare nuovamente, il più presto possibile, all'esterno."